torna all'archivio

LE INTERVISTE

DI

MATTEO

clicca a tuo rischio e pericolo!!!

Natale 2001Intervista a Marco Cavallero, lo svedese

n°11Intervista al Vice-sindaco di Torino

n°16Intervista a Matteo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il GRANDE FREDDO        sali

1-Marco Cavallero, anni?

26

2- Segno Zodiacale?

ariete

 3- Dunque, tu ora sei in Svezia, a Goteborg, per  una collaborazione con la Lovable, nota marca di biancheria intima  femminile, dacci qualche ragguaglio in proposito....

Il clima e' piacevole, imparo molte cose nuove, e'

un'esperienza di vita!

 4- Come giudichi il fatto che più di una persona abbia creduto a questa  storia, inventata durante un ritiro di AvventoGiovanissimi?

Mi scalda il cuore, ci sono ancora cuori innocenti in giro.

 5- Cosa fai realmente in Svezia?

Mi occupo delle sospensioni di nuove autovetture, tipo quelle che vediamo tutti i giorni nel traffico caotico.

6- Potendo scegliere, cosa avresti preferito fare?

Studi comparati su salmoni e trote salmonate, oggi questo e' un campo di indagine molto importante che suscita interesse ovunque.

7-E' difficile vivere soli all'estero?

Un po' si', almeno all'inizio, ma ti ci abitui in fretta. Gli svedesi in questo aiutano perche' sono un popolo accogliente, per quello che ho sperimentato,sono semplicemente generosi ecco.                                                                     

 8-Raccontaci brevemente la tua   vita svedese

-sveglia verso le otto meno un quarto                                      

- colazione a base di nescafe', latte di mucca e

biscotti al burro, mmmhm

- 8,30 appuntamento col mio collega italiano sotto casa, una mattina guida lui e l'altra io, tempo un quarto d'ora a siamo a Pixbo, sede dell'acquario, ehm, dell'ufficio

- avanti fino alle 11,15 ora a cui Tobias ci chiede se vogliamo andare a pranzo, no diciamo, abbiamo ancora un po' da fare; 5 minuti dopo pausa caffe' di meta' mattina

- incontri e discussioni varie

- 1,45 Tobias ci chiede se vogliamo prendere il caffe' (siamo all'imbrunire) e noi andiamo con lui, a pranzo pero', stili di vita.

-         discussioni varie, a tavola

-          si riprende, meglio non guardare fuori che e' gia' buio

- lavoro solitario, riunione, lavoro solitario

- avanti fino alle 19-20,00 suppergiu'

- rotta verso casa, il mio collega si lancia in lezioni di step di un'ora e mezza.

- corsa al freddo oppure tempo dello spirito, cena

tardi con qualche amico del lavoro svedese o italiano

- confronti di stili di vita, discorsi lavorativi, ahime'

- scelta tra playstation, disco pub, quest'ultimo e'

il passatempo preferito dello svedese generico, molto piu' che a Torino, o nanna

- nel finesettimana in genere sono molto impegnato a recuperare le energie, il tempo poi non invita molto ad andare in giro, pensate che mentre vi scrivo non vedo sole luna e stelle da 15 giorni.

Ecco, ecco come vivo in terra svedese da qualche tempo a questa parte!

 8- Cosa ti manca di più dell'Italia ?

Le persone e gli affetti, senz'altro.

9- Ti manca il tuo gruppo di 4° e 5° superiore?(Risposta scontata!!!)

Per nulla.... ma dai!!, sono tutti nel mio cuore.

10- Da quanti anni fai l'educatore? Che cosa significa per te?

Mamma mia, sono ormai 5.5 anni, mi sembrano volati, perche' sono stati belli. Fare l'educatore per me e' crescere con ragazzi piu' giovani di te, cercando di essere per loro un appoggio, un aiuto in piu' nella vita, nella fede.

 11- Questo numero esce nella notte di Natale, puoi augurare buon Natale  in svedese ai lettori dell'Artiglio?

God jul!!!!

Grazie Marco.

Prego.                                sali

 

FACCIA A FACCIAsali

INTERVISTA DI MATTEO “FACCIA A FACCIA” CON IL VICESINDACO DI TORINO

 

MONTOSO-BAGNOLO PIEMONTE (CN)- In esclusiva per i lettori dell’Artiglio ho il piacere di intervistare il dottor Marco Calgaro vicesindaco di Torino.

1.     Marco è difficile svolgere contemporaneamente la duplice attività di medico chirurgo e di vicesindaco? Come ci riesci?

E’ piuttosto difficile perché Torino è una città grande ed impegnativa, ed io ho scelto di non lasciare la professione medica alla quale tengo moltissimo, di non fare perciò una scelta di vita definitiva. Ho parecchi problemi nell’organizzare la mia vita famigliare (Marco ha quattro figli N.D.R.), trascorro solitamente mezza giornata in ospedale e mezza giornata in comune, i weekend cerco di tenermi libero.

2.     Tra le tante deleghe che hai, c’è quella alle politiche giovanili, quale ritieni che sia la situazione attuale dei giovani di Torino?

C’è sempre stata carenza di interesse riguardo alla politica giovanile, io credo che al momento sia inutile fare sondaggi o inchieste, ma sia ora di capire che cosa possano fare i giovani per la città. Penso soprattutto ai giovani cosiddetti “difficili”, ad esempio è il caso di estrapolare quanto di buono e di creativo c’è nei centri sociali, o nella massa di frequentatori delle discoteche, che vive proiettata su se stessa, e non ha interesse per gli altri. Le proposte in favore dei giovani sono per ora tre: 1- Analizzare come le altre città in Europa abbiano investito su questa risorsa. 2- Operare attraverso delle azioni di Sistema, cioè fare sì che i nostri ragazzi siano alla pari con i loro coetanei europei nella conoscenza, per esempio, delle lingue e dell’informatica. 3- Creare 10-15  laboratori in realtà sociali differenti (scuole superiori, università centri sociali, oratori) nei quali i giovani dai 15 ai 25 anni, possano sviluppare la propria imprenditorialità, in collaborazione con le aziende stesse.

 

3.     Sei da sempre molto vicino alla parrocchia di S. Rita e anche alla Crocetta, dove hai partecipato agli Scout del TO48. In quale misura ritieni che siano importanti gli oratori, i gruppi parrocchiali, i campi estivi e le altre attività diocesane ai fini dell’educazione dei giovani di Torino?

Nel mio caso sono realtà essenziali, per il mio sviluppo di giovane e di uomo. Tuttavia credo che debbano aprirsi di più al mondo, al sociale e partecipare ad un processo di crescita giovanile globale di Torino. Si è persa un po’ la capacità di progettare, è necessario che queste realtà si mettano insieme in un filo conduttore diocesano ( ad esempio con l’aiuto di associazioni come l’ANSPI o l’ACR). In questo modo il mondo ecclesiale e quello laico possono insieme fare delle cose molto positive nell’educazione e nella formazione dei giovani. Tra l’altro a Torino mancano luoghi di ritrovo e gli oratori possono diventarlo a patto che si aprano al sociale ed alle diverse realtà giovanili.

4.     L’attuale giunta ha in progetto interventi in favore degli oratori e delle attività giovanili di     questo genere?

L’assessorato alla gioventù non vuole sovvenzionare piccole realtà, ma promuovere chi ha un progetto innovativo ad ampio raggio, chi è creativo, chi cerca proposte interessanti. Ad esempio il comune ha promosso il concorso dei cori giovanili in collaborazione con l’Arcidiocesi (all’interno del quale è da ricordare una grande esibizione di Gatto Panceri, molto apprezzata dal nostro capostampa N.D.R.).

 

5.     Torino è una città multietnica, a che punto è l’integrazione razziale dei suoi abitanti?

La Torino multietnica ha realtà positive e negative. Ad esempio San Salvario era una zona estremamente difficile, ma grazie all’intervento di comune e privati cittadini sta migliorando, diventando un esempio di pacifica convivenza e collaborazione. Porta Palazzo è invece una zona molto complessa perché, per colpa di tutti, è divenuta un ghetto, la maggior parte dei suoi cittadini è extracomunitaria, quindi l’integrazione è molto più difficile. C’è anche il problema della convivenza con gli Islamici, specie la radicata presenza di integralisti è un grosso ostacolo per l’interculturalità.

6.     Torino è una città all’avanguardia nel campo del volontariato e del sociale, in quale modo ritieni che questa nostra caratteristica possa diventare una risorsa di sviluppo?

Il volontariato serve di per se stesso a costruire persone positive, dedite agli altri, in più può essere un motore di sviluppo come nel caso della cooperazione internazionale (per la quale il vicesindaco ha la delega N.D.R.). Questa viene vista come un modo di “fare carità” in maniera evoluta, può essere infatti una grossa risorsa per coloro che ci investono. A Torino è partita l’esperienza di Hidroaide “La scuola internazionale dell’acqua”, che forma i tecnici dell’ acqua provenienti da paesi in via di sviluppo, che vengono alloggiati e mantenuti a spese del comune e di altri enti. E’ evidente che se i tecnici vengono formati a Torino, quando torneranno in patria, richiederanno le tecnologie necessarie per trovare e trattare l’acqua a realtà torinesi. La cooperazione allo sviluppo può portare sviluppo anche a chi la sostiene.

7.     Hai mai visitato il sito internet dell’Artiglio ? (http//spazioweb.inwind/artiglio.it)

Non l’ho mai visitato, ma lo farò presto. Intanto vi lascio la mia e-mail con la quale tutti i cittadini possono comunicare quotidianamente con me: segreteria.vicesindaco@comune.torino.it     

 Grazie al vicesindaco di Torino per la disponibilità e per le Pringles che mi ha gentilmente offerto!sali

 

10 DOMANDE DI MATTEO A METTEO

sali

intervista effettuata tramite telefono senza fili

 

1Matteo, come sei arrivato all’ Artiglio?
 Be’ a settembre mi trovavo per caso in parrocchia, durante una 
riunione di questo mitico giornale, e Sganga mi ha chiesto di fare il 
verbale, io l’ho fatto e poi mi sono lasciato coinvolgere sempre di più 
in questa avventura.

2-Qual è l’articolo che ricordi con più piacere?
Se devo scegliere preferisco le interviste, perché coinvolgo qualcun 
altro e non sproloquio da solo t ra queste mi piace ricordare quella 
con il vicesindaco di Torino, un vero scoop!!

3-Che cos’è che ti piace di meno fare per l’Artiglio?
Sicuramente doverlo impaginare e piegare, sono veramente impedito in 
questo genere di cose, così quando tocca a me i risultati sono…direi 
imbarazzanti!( Vedere il numero 14 e lo speciale MusicAssieme per 
conferma!)

4- L’ Epopea vi è capitata davvero o è stata un’invenzione letteraria?
Altrochè, era verissima! Una faticaccia enorme, persino peggiore di 
come l’ho descritta.

5-Dicci qualcosa sullo sport di m.m. …
Posso dirvi che io adoro lo sport, ma soprattutto mi piace gua®darlo 
in TV o allo stadio, non sono cioè molto atletico. Tuttavia scrivere di 
sport è sempre stato il  mio sogno nel cassetto, il mio obiettivo è una 
sorta di mix, tra Galeazzi e Biscardi (il fisico del primo, i capelli e 
l'’intelligenza del secondo!).

6- Quando uscirà il calendario dell’ Artiglio?
Spero entro il 2003, purtroppo non sembra, ma le cose da fare sono 
tante ed il tempo è quello che è…, comunque sul sito internet 
(http//spazioweb.inwind.it/artiglio) potete già trovare foto 
interessantssime!

7-Come sono i lettori dell’Artiglio?
Simpatici, belli, intelligenti, insomma dei grandi! Dopo questa 
sviolinata, spero anche più facilmente accontentabili!!

8- Vuoi ringraziare qualcuno per quest’anno di Artiglio?
Innanzitutto mi associo ai ringraziamenti della redazione che trovate 
su questo numero, poi un grazie va a Sganga,a Luca e agli altri 
giornalisti artigliosi, a quelli che hanno risposto alle mie domande con 
grande disponibilità e simpatia e poi ai ragazzi della Stampa, che 
passano notti insonni per regalarvi il prodotto finito.

9-Avete mai pensato di fare pagare l’Artiglio?
Non propriamente, ma certo servirebbero dei fondi, ogni idea per 
raccoglierli è buona, se ne avete (di idee beninteso) fatevi avanti!

  10- Un pensiero per la concorrenza…
Io sarei ben contento se ci fosse una concorrenza… purtroppo talvolta, 
senza una continuità logica, escono dei fogli pinzati che parlano degli 
argomenti più diversi. Se questa è concorrenza, io sono Babbo Natale!! 
Scherzo, in fondo ci sono simpatici!(un po’ di buonismo può non 
guastare, di tanto in tanto!)

sali